L’eroicomica avventura degli eremiti del deserto

Due libri narrano gli «esili volontari» di antichi monaci, amanuensi e compilatori. Fino agli anacoreti di oggi. ma cosa li accomuna? La vita come mistero buffo.

Se ne stanno lontani, non semplicemente appartati ma avulsi dal cosiddetto consesso civile; chi, molto di rado, ha avuto a che fare con loro li descrive come figure aspre, a volte tenere: bizzarre, più esattamente inquietanti. (…)
Solo con un cane vive anche il vecchio Adelmo Farandola in una casetta sperduta nel bianco tenace delle Alpi, tra sporadiche discese al villaggio e un inverno che da stagione evolve in qualcosa di perenne. Neve, cane, piede di Claudio Morandini racconta l’oblio gelidamente stravagante, le cose che smarriscono i contorni, i ricordi che si fanno indistinguibili dall’immaginazione, le conversazioni col quadrupede. Finché un giorno un piede umano sbuca dalla neve. «È un piede – fa Adelmo Farandola. È dei vostri – fa il cane». Ma poi non serve sapere, conta solo lo sguardo, che come quello degli altri anacoreti ci rivela il mondo nella sua natura di tragicomico enigma.

(Giorgio Vasta, Il Venerdì di Repubblica n. 1459, 4 marzo 2016)

Questo pezzo è uscito in forma estesa su minima&moralia il 7 marzo 2016.

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