Un contrasto generazionale tra padre, figlio e nipote che si dipana nella cornice di un paesaggio montuoso a sprazzi duro e ingannevole e sullo sfondo di vicende politiche dai tratti talvolta poco nobili: scorrendo le pagine de La conca buia, il nuovo romanzo di Claudio Morandini edito da Nottetempo, emerge un conflitto cinico e pungente tra tradizione e novità, menzogna e verità. Presentato venerdì 13 alla libreria Brivio Due di Aosta, il libro narra della convivenza forzata che Franco Gavaglià, corpulento sindaco di mezza età di un esteso Comune alpino, si impone durante la campagna elettorale con il vecchio padre, conservatore e violento.
«Cresciuto al fianco di un genitore che sa farsi valere soltanto attraverso la rabbia, Gavaglià scopre una vocazione all’eloquenza che egli esercita nel piccolo, rassicurante e comodo mondo della sua provincia natia – ha spiegato l’autore, guidato dalla moderazione di Federico Gregotti Zoja -. Differente è la prospettiva della figlia Leda, mediatrice tra padre e nonno ma anche ragazza coraggiosa, forte e pronta a scappare dal placido e monotono paese in cui vive».
Ne La conca buia la montagna stessa diviene personaggio nella sua ostilità ma anche nella sua promessa di un rifugio, una “conca buia” che offre a Franco bambino come luogo di protezione dove nascondersi al mondo e muoversi sereno, solo e sicuro.
«Diventato grande e sovrappeso, egli ama ritrovare quella stessa atmosfera raccolta in alcuni vicoli nascosti e abbandonanti della città – ha proseguito Morandini -. Quando Leda viene a conoscenza del nascondiglio, ne mette in discussione il carattere oscuro, forse insinuando che nel racconto del passato del genitore e dei soprusi subiti vi sia una certa forma di esagerazione».
I personaggi del romanzo, nati dalla penna dell’autore circa dieci anni fa e perciò caricatisi di elementi psicologicamente interessanti e contraddittori, si muovono in un mondo politico di periferia che funge da specchio delle parti più nobili e meschine dell’essere umano.
«Tale dimensione irrobustisce il disaccordo tra padre e figlio, permettendo loro di esplorare le rispettive zone di luce e ombra e traducendosi in comportamenti quali l’ossessivo provincialismo, l’opportunismo delle facili soluzioni, la retorica di un ottimismo da quattro soldi – ha concluso Morandini -. Resta il fatto che Gavaglià non possa fare a meno di cercare l’approvazione del genitore o di dedicare alla vecchiaia una attenzione particolare, come ben dimostrato dalla curiosità con la quale osserva Leda assistere la morte della nonna senza capire sino in fondo ciò che sta accadendo».

(Giorgia Gambino, Gazzetta Matin, 16 ottobre 2023)

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