LE LARVE
Morandini coglie dunque, a ben vedere, il male che un’altra volta prevale nelle fantasie degli uomini, e ci trasporta in una vicenda che può sembrare di pura fantasia mortuaria, funereamente gotica nell’impianto narrativo, ed è invece denuncia di un disagio, confessione di un’estraneità, ricerca di conforto per un disprezzo condiviso. E sembra far sue queste altre parole di Moravia: “Per questo il mondo moderno, oltre ad essere il mondo del disprezzo, è anche il mondo dell’ipocrisia e del conformismo. D’altra parte, prima ancora di disprezzare gli altri, gli uomini oggi disprezzano se stessi”.
(Alfio Siracusano, su “Il sottoscritto.it”)
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Morandini ci propone un piatto ricco, tanto ricco da far temere che ecceda. E invece no. La storia funziona anche perché sorretta da uno stile ricco e sofisticato, con la giusta dose di forme colte e puranco desuete, che ben s’adatta all’ambientazione decadente e corrotta. Quando poi uno scrittore sa scrivere, e bene, non gli ci vuole poi molto a tenere insieme una storia strana e spiazzante come questa, che si può leggere per il puro gusto della trama e del colpo di scena (non ne mancano), ma anche per la fittissima trama di allusioni simboliche e letterarie che innerva il romanzo (in questo, interessante contraltare dell’ultima prova di Michele Mari, Verderame).
(Umberto Rossi, “Pulp”)
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Notevole lo stile e ricercato il linguaggio, forti le immagini che emergono prepotenti, intensa e viva la prosa. È una storia matura, articolata, pensata e studiata nei minimi dettagli, rischiosa – se vogliamo – proprio per la complessità della trama, eppure appassionante e molto, molto solida. Una scoperta interessante per tutti gli amanti dei romanzi a tinte fosche dove storia, giallo e passione si intrecciano alla perfezione.
(Carlotta Vissani, “Mangialibri”)
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Morandini mette molta carne al fuoco e, nonostante la vicenda sia punteggiata da incesti, omicidi, satanismo, licantropia, superstizione e il volto più atroce del capitalismo, l’autore non perde mai il timone, passando dal gotico al noir e ammiccando sempre a uno stile classico che risulta il perfetto sostegno a quello che è, senza dubbio, anche un romanzo di formazione.
(Roberto Sturm, “Carmilla online”)
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Il lettore si ritrova quasi profanato dalla forza con cui i protagonisti della vicenda sono smascherati, rivelati. Claudio Morandini come un sapiente chirurgo mette a nudo le complessità dell’essere umano, la forza dell’odio e dei desideri, esplorando gli anfratti più profondi della mente.
(Barbara Baraldi, “Thriller Magazine”)
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La densità di Morandini quasi spaventa. Non tanto per il nitore con il quale evoca mostri e pulsioni, quanto per la maturità espressiva così lontana da qualsivoglia cessione al gusto corrente. Le larve è un “astratto furore” che si scava la propria tana sotto la pelle del lettore. Un teatro pulsionale che monta come una feroce marea. Nella cornice di un’ambientazione neorealistica, Morandini sembra lavorare ai fianchi di maestri come Landolfi e Calvino. Del primo rievoca lo sgretolarsi delle periferie del reale, del secondo aspira al controllo razionale della materia sotto forma di fiaba. Le larve inquieta. E inquieta soprattutto Morandini, la cui voce si va delineando con una forza esponenziale davvero insolita per il panorama delle lettere di casa nostra.
(Giona A. Nazzaro, “Rumore”)
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Morandini gioca con i generi, li adatta ai suoi scopi. Parte piano, con il racconto rurale, quello che la tradizione del verismo ha innalzato su un piedistallo. Lo padroneggia a tal punto da portarlo alla deriva, volutamente.
(Matteo Di Giulio, “L’insolito”)
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L’elemento che separa Le larve dal resto della produzione neogotica sono i due tratti che definiscono il linguaggio di Morandini, da una parte la varietà dei suoi registri, che arricchisce l’esperienza del romanzo e ne movimenta la narrazione, e dall’altra la sua assoluta precisione. La parola di Morandini non scade mai nel generico perché, secondo la lezione di Pascoli e, di nuovo, Tozzi, è sempre quell’unica e sola che può, in un determinato contesto, descrivere un oggetto, uno stato d’animo o una situazione. È tale ricchezza lessicale e sintattica che permette a Le larve di utilizzare le risorse del genere senza mai scadere nella maniera e ne fa un testo narrativo prezioso e godibile la cui lettura è consigliabile ai lettori raffinati piuttosto che agli stomaci forti.
(Marco Codebò, “Reti di Dedalus”)
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“Lo scrittore dovrebbe cercare di non far sentire troppo la propria presenza”, postilla Morandini che, coerente col proprio intento, ne Le larve si diletta a celarsi in modo del tutto originale, ossia giocando continuamente e sapientemente con l’orizzonte d’attesa del lettore che si troverà di fronte a personaggi smascherati, quasi violati, nei loro più intimi recessi, e avrà l’impulso, apparentemente incoraggiato dallo stesso autore, ora a indignarsi ora a impietosirsi, ora a condannare ora ad assolvere.
(Fabiana Piersanti,
“Lettera.com”)
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Le Larve è un’originale saga familiare dai toni cupi e dalle atmosfere gotiche, intrisa di un’ironia a tratti feroce.
(Marco Caudullo, “La Tela Nera”)
Altre recensioni su Le larve qui.
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NORA E LE OMBRE
Nora e le ombre è inquietante non tanto per ciò che dice, ma per ciò che non dice. Per la storia di Aurora, martire e vittima di strani fantasmi. Per certe strane coincidenze che accadono nella vita di Nora. Per le incomprensioni generate dalla mancanza di dialogo. Per i drammatici fatti umani, che non hanno nulla di soprannaturale, che accadono nel finale. Il tutto è raccontato benissimo, con stile elegante che dosa umorismo e drammaticità. Un libro difficilmente inquadrabile in un genere, ma sicuramente degno di essere letto.
(Alessandra Buccheri su “L’Angolo Nero – il blog del mistero”)
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Il libro di Morandini è una sorpresa. Di stile, di linguaggio e di eleganza non leziosa. Un romanzo controllato e inquietante. Nora e le ombre rivela un autore completamente padrone della propria voce, nonché uno sguardo in grado di scandagliare gli aspetti più inquietanti del reale.
(Giona A. Nazzaro, “Rumore”)
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In Morandini ogni parola, ogni frase non sono mai casuali, ma sono tutte frutto di un piano ben preciso, di un labor limae accurato e metodico, per ottenere delle pagine terse, strutturate, equilibrate in ogni dettaglio, in ogni più piccola sfumatura, per restituirci un quadro definito e completo nel quale si muovono personaggi deboli, incompiuti, infantili che non sanno cosa cercare e dove andare. Ci si muove al buio purtroppo, anche se ci sembra di essere in piena luce, e nel buio ci aspettano le nostre ombre.
(Alessandro Spadoni, su “Eventi culturali – Mensile di arte, cultura e informazione” )
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Il sottile umorismo che nonostante tutto pervade un quadro così desolante nasce dall’osservazione minuziosa che Morandini riserva agli atti e alle motivazioni dei suoi personaggi: la sua lente del sospetto ingrandisce il ridicolo più che l’orrore, afferma che non solo il bene, ma che anche il male assoluto non esiste, e che l’uno e l’altro sono pienamente riferibili alle pulsioni più basse e più ordinarie. La lettura di “Nora e le ombre” offre oltre ai piaceri materiali del racconto e dello stile, quelli spirituali dell’intelligenza e dell’ironia. Ma nel mondo di Morandini, come si deve in letteratura, materia e spirito si confondono.
(Giulio Cappa, TG Regionale della Valle d’Aosta)
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La penna di Morandini, come già nell’altro suo lavoro Le larve, stupisce e affascina. Scorre fluida ed elegante passando con disinvoltura dal gotico al moderno, dal dramma al grottesco. Non mancano neppure parentesi comiche caratterizzate da un’ironia feroce e pungente che è diventata ormai un marchio di fabbrica dell’autore. Un libro originale ottimamente scritto.
(Alessandro Balestra, Scheletri.com)
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Quella di Claudio Morandini costituisce di certo un’operazione interessante, finemente intellettuale.
(Caterina Porcellini, Whip Art)
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Il sottile umorismo che pervade queste pagine ricche di pietà e di desolazione fanno di Morandini uno degli autori della nuova generazione tra i più attenti al conflitto tra il bene e il male.
(Flavio Marcolini, Brescia Oggi)
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Immediatamente si viene coinvolti nell’atmosfera cinicamente surreale di un libro nel quale, su uno sfondo pessimisticamente “nero”, fluttuano pezzi di storia che l’autore incrocia giocando soprattutto sui contrasti.
(Gaetano Lo Presti, La Vallée Notizie)
Altre opinioni su Nora e le ombre nel blog “Iperboli, ellissi” (http://ombrelarve.blogspot.it).