Il libro di Morandini è una sorpresa. Di stile, di linguaggio e di eleganza non leziosa. Un romanzo controllato e inquietante. Nora e le ombre rivela un autore completamente padrone della propria voce, nonché uno sguardo in grado di scandagliare gli aspetti più inquietanti del reale. Morandini modula la propria scrittura con un’attenzione meticolosa. La scelta lessicale, la scansione del periodo, la valutazione puntuale della densità cromatica dell’aggettivazione e lo studio delle fratture ritmiche prodotte dalla punteggiatura, fanno del suo libro una lettura davvero rigenerante. Morandini, alla presunta libertà concessa dallo stile libero, preferisce la passione della regola. Il cesello e la calibratura certosina. Niente banalità neonoir o scorciatoie tardosplatter in Nora e le ombre. Semmai Morandini, tenendo la barra dritta su una tipologia di fantastico che vanta in Landolfi o Palazzeschi i propri riferimenti principali, tenta consapevolmente di marcare una differenza. Intrecciando la vicenda dell’insegnante di religione Nora (il bisillabo perfetto secondo l’autore) con quella della possessione (vera? presunta?) della contessina Aurora, Morandini crea un universo che assomiglia a una fotografia sovresposta che rimanda in maniera inquietante a una certa realtà nordestina, senza peraltro mai scivolare nel peccato della sociologia spicciola affidando alla sola forza del linguaggio il farsi completamente carico della complessità del mondo e delle sue molteplici sfaccettature. La tensione monta progressivamente, attraverso una costruzione narrativa articolata ma come scossa da grumi di malessere che proprio nella tumultuosa compostezza della prosa di Morandini trovano la propria cifra espressiva più convincente. Nora e le ombre rivela dunque un talento già adulto, fieramente consapevole dei propri mezzi e al tempo stesso umilmente devoto alla causa della scrittura. Sembra di sentirla la lima di Morandini mentre lavora caparbiamente parole e virgole. Ma si tratta di un “rumore” piacevolissimo e che rende Nora e le ombre una lettura assolutamente da consigliare.
(Giona A. Nazzaro, nella rubrica “Letture” di “Rumore” del maggio 2007)

  • Share on Tumblr