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A GRAN GIORNATE
Edizioni La Linea, collana Tam Tam, 2012
ISBN: 978-88-97462-20-0

– Selezione Libri del Mese di Settembre 2012 dei librai delle Librerie La Feltrinelli.
– Nella cinquina dei finalisti del premio letterario “Il Paradiso degli Orchi”.
– Primo classificato al Premio Letterario Nazionale  “Città di Trebisacce” per il Libro edito di narrativa (I Edizione 2013).

Alcuni uomini, buffi, inadeguati, solitari, in fuga o alla ricerca di qualcosa, partono per viaggi attraverso paesi che hanno qualcosa di familiare. A ciascuno di loro manca qualcosa di inesprimibile ed essenziale (forse una donna, il lavoro o la felicità). Si chiamano Onorato Casamagna, Tullio Semenzani, Franz Spaventa, Gabriele Angous, Marius Duprez, Nathan, Ollssen; ad essi si è unito un io narrante che registra ogni loro mossa, intercetta ogni loro pensiero. Prima vagano da soli, lungo cammini insoddisfacenti ma irrevocabili, poi un po’ alla volta si incontrano, formano un gruppo litigiosamente solidale, e pigiati dentro un furgone scoprono i vantaggi dello stare assieme in un mondo sempre più strano e ostile, ingombro di minacce, mostri, indecifrabili allegorie.
Il romanzo avventuroso, picaresco, comico e grottesco è composto di frammenti numerati come le edizioni del Satyricon di Petronio e rimanda liberamente a Verne, Poe, Buzzati, Landolfi. È un libro che inquadra con precisione le contraddizioni del nostro tempo: la forza irresistibile degli istinti e delle pulsioni, ma anche l’educazione compita e la verbosità che fanno da cornice alle relazioni personali e i piccoli sotterfugi con cui si ingannano le necessità quotidiane. È una divertente e angosciante epopea degli umili, che racconta l’inesauribile tentativo di superare la condizione umana, a metà strada tra gli abissi dell’esistenzialismo e i fondali di una sit-com.

Ha scritto dei personaggi Paolo Morelli su “Il Manifesto”: «Sbandati e capricciosi come fili di una trama già scritta, i sodali occasionali si avviano dove non ci si può perdere perché ci è già persi prima, da qualche parte che non ci è dato sapere. Sembra di stare in un bislacco e accurato disegno buzzatiano, con dentro un essenziale percorso calviniano, e qualche deviazione slapstick del primo Celati». Giuseppe Giglio, su “La Sicilia”, giudica A gran giornate «un libro provocatorio, scritto da un illusionista che gioca a nascondere. Un libro che racconta la vita attraverso il pensiero della morte. Svolgendolo, il racconto, in una picaresca fenomenologia del male. Non il male spettacolare, quello di tanti noir, ma un male grigio, familiare, inafferrabile, strisciante nel quotidiano». E Fabrizio Ottaviani su “Il Giornale”: «Se amate gli scrittori dalla fantasia sbrigliata ma vorreste che fossero al servizio di una filosofia della vita esente da menzogne, Morandini è l’autore che fa per voi. Vi condurrà in un luogo dove tutto è allegoria di qualcosa che non sappiamo, o che sappiamo talmente bene che ormai non riusciamo a parlarne senza l’attenuazione della favola».

Le prime pagine del romanzo su http://www.10righedailibri.it/prime-pagine/gran-giornate.

I booktrailer:
http://www.youtube.com/watch?v=rQJVUWbCQjk
http://www.youtube.com/watch?v=PZdbz5WlceM

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