Già autore di un romanzo fantasy (Nora e le ombre, Palomar) ma non alla Tolkien, Morandini torna alle stampe con questa singolare opera che si fatica un po’ a definire. La dimora vasta e labirintica, con tanto di sotterranei, in cui risiede lo spregevole narratore e protagonista fa pensare al gotico: e in effetti c’è il senso di un destino incombente, di segreti antichi, di maledizioni di famiglia. Inoltre il protagonista, rampollo di possidenti cinico e annoiato, ha come suo nonno comportamenti animaleschi ai limiti della licantropia – ogniqualvolta la luna è piena vaga per la campagna. Ma non è detto che non vi sia una spiegazione psichiatrica più che soprannaturale di tali eccessi: a partire dall’inquietante nonno, capostipite avido e brutale della dinastia, per arrivare al pronipote (figlio del protagonista), di gesti aberranti nel romanzo non ne mancano: incesto, stupri, omicidi tentati e attuati, satanismo, e un livore generale che intossica tutti i rapporti umani.
Questi atti, e altri ancora, fanno sì che Le larve sia anche prossimo al noir, dato che narra la storia di una famiglia di notabili di provincia dalle radici rurali ma dal presente industriale (ambientata in un Nord più immaginato che ricostruito). Nel romanzo ci sono segreti da svelare, misteri da chiarire, anche se a cercare di far luce non è qualche investigatore, ma uno dei colpevoli.
 Insomma, Morandini ci propone un piatto ricco, tanto ricco da far temere che ecceda. E invece no. La storia funziona anche perché sorretta da uno stile ricco e sofisticato, con la giusta dose di forme colte e puranco desuete, che ben s’adatta all’ambientazione decadente e corrotta. Quando poi uno scrittore sa scrivere, e bene, non gli ci vuole poi molto a tenere insieme una storia strana e spiazzante come questa, che si può leggere per il puro gusto della trama e del colpo di scena (non ne mancano), ma anche per la fittissima trama di allusioni simboliche e letterarie che innerva il romanzo (in questo, interessante contraltare dell’ultima prova di Michele Mari, Verderame). Tra l’altro, se ci vogliamo vedere pure la politica (ma sì, esageriamo), questa vicenda mi sembra una storia esemplare del capitalismo familiare italiano, e ricorda le origini di tanti cognomi illustri del made in Italy. Come vedete, di motivi per comprare e leggere Le larve ce ne sono parecchi”.
(Umberto Rossi, nel numero di settembre/ottobre di “Pulp”)

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