Le larve: Il secondo romanzo di Claudio Morandini

Da quella notte di inconsapevole adulterio si era generato il coso vermiforme che, una volta sviluppato, si sarebbe chiamato Saverio.

Claudio Morandini non può essere certo considerato un principiante, non tanto per il fatto che Le larve è il suo secondo romanzo – pubblicato da Pendragon dopo Nora e le ombre, edito da Palomar –, ma soprattutto perché la sua prosa è straordinariamente consapevole, coerente, ricchissima.
La quarta di copertina di Le larve è più generosa rispetto al risvolto di copertina del precedente romanzo dove Morandini si profilava, con una sintesi spiazzante e indicativa della sua innata e ben coltivata capacità di dosare ellissi e suggerire allusioni, così: vive ad Aosta, non crede ai fantasmi – se si pensa che Nora e le ombre è stato definito una ghost story… Sappiamo ora che ha scritto commedie per la radio e monologhi per il teatro, e che il suo racconto Le dita fredde è stato inserito nell’antologia italoamericana Santi – Lives Of Modern Saints (Black Arrow Press). Raccogliendo poi l’implicito, allettante invito ad andare un po’ più a fondo nella sua biografia, scopriamo che insieme all’amico Luca Dipierro, anch’egli scrittore, cura un blog dove quotidianamente vengono pubblicati racconti, abbozzi, romanzi di poche righe, feuilleton, dialoghi, soggetti, sceneggiature e storie, rivelando una sorprendente versatilità.
“Lo scrittore dovrebbe cercare di non far sentire troppo la propria presenza”, postilla Morandini che, coerente col proprio intento, ne Le larve si diletta a celarsi in modo del tutto originale, ossia giocando continuamente e sapientemente con l’orizzonte d’attesa del lettore che si troverà di fronte a personaggi smascherati, quasi violati, nei loro più intimi recessi, e avrà l’impulso, apparentemente incoraggiato dallo stesso autore, ora a indignarsi ora a impietosirsi, ora a condannare ora ad assolvere.
D’altronde Le larve è sì una saga familiare intrisa di atmosfere gotiche, ma è anche e soprattutto un lucido e vivace trattato su passioni e istinti. I personaggi vengono descritti, con freddo distacco, in balìa delle proprie pulsioni – e proprio per questo spesso paragonati ad animali – ottenendo così un duplice effetto: sospendere il giudizio del lettore – aspetto questo regolato con rara maestria – e far emergere il lato goffo e grottesco degli stessi personaggi in momenti di irresistibile ironia.
Claudio Morandini si conferma con Le larve attento e sensibile osservatore di una realtà vorticosa, che non smette mai di rivelare i suoi aspetti più inquietanti, nonché scrittore raffinato, ben lontano dai facili ammiccamenti al pubblico ai quali purtroppo non di rado la narrativa emergente ci ha abituati; dotato dell’infrequente capacità di rivolgersi con successo tanto ai lettori più navigati quanto ai neofiti amanti della parola scritta.
(Fabiana Piersanti,
 http://www.lettera.com/libro.do?id=6943)

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