Sono davvero molte le cose che regala questo libro.
Solitamente, quando una vicenda viene raccontata dai suoi personaggi e non viene agita, sembra perdere di mordente. Qui invece il mordente c’è ed è la somma di diversi elementi.
La voce narrante sembra giostrarsi tra un racconto fatto a posteriori degli eventi e un presente continuo dove sono i fatti a creare le situazioni. Questo racconto, poi, sembra avere l’aria di una confessione visto che, nell’esporre, c’è sempre la persona destinataria a cui sono rivolte le varie rivelazioni.
Inoltre, la trama si stratifica creando più strade da seguire, senza però confondere o disorientare chi legge. E qui entra in gioco una componente psicologica che all’interno del plot è davvero ben calibrata. Si mettono a confronto tre generazioni di una stessa famiglia attraverso la descrizione dei rapporti che intercorrono (o che sono intercorsi) tra una figlia, suo padre e suo nonno.
Si crea una singolare triangolazione dove ognuno dei tre si trova nello stesso momento ad essere anello debole ed anello forte del sistema famigliare. Questa forza o debolezza di ciascuno dipendono dal contesto, oppure dipendono dalla dinamica che si sta mettendo in evidenza in quello specifico passaggio della storia.
E’ interessante, quindi, vedere come gradualmente si verifichi un upgrade verso una dimensione psicanalitica per spiegare gli sviluppi che riguardano i tre personaggi che stanno al centro della vicenda. Non mancano simboli, importanti a determinare e a spostare l’ago della bilancia da una parte o dall’altra.
A dare verosimiglianza a tutto l’impianto narrativo sussiste il fatto che non esistano figure completamente positive o caratterizzate da una personalità totalmente negativa. Predomina l’effetto torbido, più forte in alcuni momenti, più blando in altri risvolti.
Soddisfa dunque la storia che fa da sfondo, anch’essa imperniata su ingredienti presi dall’ipocrisia quotidiana, così come soddisfa anche l’indagine introspettiva sulle sfaccettature degli animi, indagine elaborata dall’autore con molta attenzione.

(Enrico Redaelli, Dantès – La trasmissione che non vuole avere fretta)

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