Morandini scrive un libro per ragazzi
“I giovani lettori sono i più liberi”

Il tema del bullismo, trattato con ironia, è al centro dell’ultima opera dello scrittore aostano

di Gaetano Lo Presti

Non ci sono più i Carnevali di una volta. Soprattutto a Pocacosa, dove sono sempre meno festosi e sempre più violenti per il sopravvento preso da figure una volta tenute ai margini, che, nascoste da mascheroni spaventosi, terrorizzano turisti e abitanti del paese. A cominciare dal dodicenne Remigio, il più bravo della scuola, a cui, proprio per questo, i compagni l’hanno giurata. Per cercare di sfuggire ai bulli scappa sui monti, dove incontra il vecchio Bonifacio, leggendario protagonista dei Carnevali di una volta, che gli insegna come affrontarli.
È, in sintesi, la trama di “Le maschere di Pocacosa”, il nuovo romanzo dell’aostano Claudio Morandini, pubblicato il 6 settembre da Salani Editore nella collana I caprioli. Sotto l’egida del Club Alpino Italiano, la collana si propone di mostrare ai ragazzi come in fondo leggere un libro sia impegnativo ma, anche, appagante come salire una montagna. Visto, poi, che a scriverlo è stato Morandini (che ha firmato un contratto con la Bompiani per i prossimi due romanzi ed è “uno dei massimi scrittori italiani” secondo Fabrizio Ottaviani de Il Giornale), si può anche dire che non ci sono più i libri per ragazzi di una volta. Lo scrittore ne evita, infatti, accuratamente i cliché, non rinunciando alle sottigliezze e alle crudezze che sono ormai la sua cifra stilistica.
«Sono stato solo un po’ meno ambiguo.- conferma- Credo che la letteratura per ragazzi sia oggi quella più libera ed anticonformista, perché i giovani lettori hanno una disposizione d’animo e una capacità di accettare la sorpresa e la meraviglia che il lettore adulto, che vuole soprattutto essere rassicurato, probabilmente ha perduto.» Non a caso l’editoria per ragazzi è l’unico settore in crescita in Italia, nonostante si rivolga ormai a nativi digitali.
«I ragazzi riescono a distinguere benissimo i due piani – continua Morandini – per cui l’impazienza ed il desiderio di velocità con cui comunicano e navigano sul web, quando affrontano un libro diventa pazienza e disponibilità ad entrare più a fondo nelle cose, a porsi delle domande senza ottenere subito delle risposte. Devi solo saperli catturare e mantenere la loro attenzione, non parlandogli dall’alto ma ponendoti alla loro stessa altezza.» Cosa che a Morandini è riuscita anche coi precedenti “Le pietre” e “Neve, cane, piede” (premio Procida – Isola di Arturo – Elsa Morante 2016), che, pur non essendo destinati ai ragazzi, sono stati letti in diverse scuole italiane.
Grazie alla graffiante ironia nel libro fa passare messaggi importanti sul bullismo, l’ecologia (“Maledetti” esclama Bonifacio quando, vagando nei boschi, si imbatte in una miriade di rifiuti, tra i quali un bidet) e, più in generale, la vita. Il vecchio, un po’ orso e un po’ lupo, gli insegna, soprattutto, a imparare dai comportamenti degli animali che, predatori o prede, si mimetizzano fingendo “di essere altro da ciò che sono”. Ma è quando imparerà che “non è necessario far paura per imporsi, ma, piuttosto, saper dominare la paura” che sarà pronto per tornare in paese a sgominare i bulli.

(Gaetano Lo Presti, La Stampa – Aosta, 19/9/2018; gaetanolopresti.blog

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