Raccontare il Carnevale, senza scherzi

Siamo arrivati alla settimana di coriandoli e parate: qualche titolo in tema con la festa mascherata, per guardarla da un’altra prospettiva. Dal saggio al romanzo fino al fumetto di qualità, un po’ di libri da segnarsi

Mentre nel mondo, purtroppo, si parla d’altro, siamo arrivati anche nella settimana di chiusura del Carnevale. Una festa che, benché spodestata a tratti dal nuovo ruolo di Halloween, rimane almeno in Italia un appuntamento fondamentale per tanti, oltre che un rito di passaggio alla primavera che fa parte della nostra cultura da secoli, cambiando la vita nel midollo di città come Venezia o Viareggio, o facendo emergere tradizioni secolari e trasfigurazioni locali da Nord a Sud. Questa settimana, indossata anche noi la nostra maschera, proviamo a raccontare la festività con qualche titolo di libro che ci aiuta a guardarla da nuove prospettive (…).

Ci sentiamo poi di consigliare un libro che affronta in modo magico la problematica del bullismo attraverso le maschere, scritto dall’ottimo narratore Claudio Morandini. Un libro che ha molto a che fare con lo spirito anche violento del Carnevale, visto però dal punto di vista dei bambini. Si tratta de Le maschere di Pocacosa uscito per Salani. È un romanzo, scritto anche sotto l’egida del Club Alpino Italiano, sui rancori e la rabbia che possono celarsi dietro una festa esplosiva come quella di cui stiamo parlando: infatti il Carnevale di Morandini, cioè quello di Pocacosa, presenta questa peculiarità di vero e proprio “sfogatoio“: ovvero chiunque può, dietro una maschera, perseguitare chi vuole prendere di mira. E stavolta tutti, a scuola, sono pronti ad attaccare il Più Bravo della Classe, Remigio… Al quale tocca fuggire, su su, verso i monti. Dove, immergendosi nei suoni e nelle presenze di un bosco che pare resistere incantato alla bruttura umana, incontrerà un personaggio, Bonifacio, che per anni è stato usato come spauracchio proprio a Carnevale e descritto come un mostruoso outsider, un delinquente, da estromettere dalla comunità. L’apologo delicato ed ecologista di Morandini è abile nel voler parlare al lettore bambino ma non solo, trattando di una tematica che lavora proprio sul limite tra la beffa e il danno.
(…)

(Alessandro Raveggi, Wired Italia, febbraio 2020)

 

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