“L’isolamento non aiuta neppure la scrittura”

Stefania Celesia

La Stampa Aosta, 8 aprile 2020

 Le Maschere di Pocacosa, il romanzo per ragazzi di Claudio Morandini è stato selezionato per il concorso di scrittura creativa «La pagina che non c’era». Nato dieci anni fa a Napoli su iniziativa di alcuni insegnanti, il concorso è diventato nazionale e parte da un’idea molto interessante. «Si prendono dei romanzi – spiega lo scrittore e insegnante aostano – e si chiede ai ragazzi della scuola secondaria di primo o di secondo grado, di scrivere le pagine che non c’erano. Si chiede loro di lavorare sul non detto; aprire nuove finestre; inseguire personaggi che sono stati abbandonati ad un certo punto della storia; ampliare situazioni che potevano essere sviluppate ancora un po’ oppure chiarire dubbi in sospeso. Si parla di lettori atipici, che entrano nei libri, li abitano, li vivono in modo molto personale e originale e ci entrano non solo per dialogare coi personaggi ma anche con l’autore, per interrogarlo. Questo è l’aspetto più interessante del concorso».

Un esercizio di immaginazione e al tempo stesso di immedesimazione con l’autore necessario per continuare, ampliare o modificare un suo romanzo e riprodurne lo stile. Nonostante il Coronavirus il concorso va avanti e i ragazzi continuano a scrivere per consegnare il loro elaborato entro fine aprile. «Da sempre – continua Morandini – amo lasciare nei miei romanzi ampi spazi bianchi su cui i ragazzi si sono gettati a pesce. Purtroppo al momento non vi sono scuole valdostane che partecipano al concorso ma alcuni colleghi docenti hanno mostrato interesse e, il prossimo anno, cercheranno di coinvolgere i loro studenti». L’immaginazione è sempre una risorsa, anche in tempi di quarantena. Eppure se l’isolamento sembrerebbe favorire la scrittura non è proprio così. «L’isolamento – spiega Morandini- anche se ti dà un sacco di tempo non ti consente però di concentrarti in profondità sulle cose. Non è come essere in vacanza. Pensi molto, ti arrovelli, ti preoccupi, coltivi pensieri ossessivi ma non riesci a scrivere pagine su pagine. Aspetti e ti chiedi cosa puoi fare tu come scrittore, quale contributo puoi dare per rendere la situazione meno dolorosa. La domanda te la poni, la risposta non è detto che arrivi però è una domanda che continua a girarti in testa».

Dopo il successo de Gli Oscillanti, Morandini sta lavorando ad un nuovo progetto sempre con Bompiani e molte delle sue opere sono in fase di traduzione in francese, turco, spagnolo, inglese e olandese.

«In particolare – conclude Morandini- sono molto fiero della traduzione in esperanto del mio libro Rapsodia su un solo tema: colloqui con Rafail Dvoinikov ad opera di Giulio Cappa mentre se dovessi consigliare delle letture sceglierei Dürrenmatt perché i suoi sono gialli di alta tenuta letteraria e Yasmina Reza per il suo straordinario senso del dialogo. Brillante e sottilmente crudele».

(Stefania Celesia, La Stampa Aosta)

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