… Osa ancora di più Claudio Morandini, già lodato per Le larve (Pendragon), che al terzo romanzo sfrutta lo scalpello della musica colta del Novecento per una storia nelle epoche storiche. Rapsodia su un solo temaimmagina un compositore russo, tale Rafail Dvoinikov, da riscoprire. Ci pensa uno studioso americano, Ethan Prescott, che viaggia tra Philadelphia e San Pietroburgo per rintracciare il maestro e ricomporne la biografia. Nel cinema li chiamano mockumentary, finti documentari, ed è qui che l’esperimento dello scrittore aostano si dimostra forte e funzionale. Nell’intreccio di tempi, di spazi (quasi un viaggio nel tempo), di prime e terze persone, di incastri di gendering e regimi. Ne deriva un romanzo politico, poetico, sociale, che perde per strada – volutamente – gli spunti di partenza ed elabora la sostanza con una competenza tecnica di prim’ordine. Le emozioni, da principio trattenute, si liberando voltando una pagina dietro l’altra. Una scoperta che da individuale diventa collettiva, polemica e infine semplicemente emozionante (…).
(Matteo Di Giulio, linsolito.net)

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