«Adelmo Farandola ci piace pensarlo come uno tra noi, che abbia scelto di non farsi troppo notare (o all’opposto di segnalarsi in modo paradossale), in quella riduzione progressiva al nulla che ripete la fatalità dell’esistere. La vita è il luogo in cui tutto può diventare malinconico o spaventoso, come la terra dopo una nevicata.»
Così Gilda Policastro conclude la bella recensione di Neve, cane, piede apparsa sul n. 28 de Il Reportage, in questi giorni in libreria.