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Adelmo Farandola ha un nome improbabile eppure vero. Anche la storia che racconta Claudio Morandini è improbabile però vera. È la storia di Farandola, che è un vecchio scorbutico che spara a chiunque ed è uno diventato matto a causa di certi cavi dell’elettricità. Vive in una vallata e parla coi cani, poi con le cornacchie e infine coi morti. Non è San Francesco, ma un personaggio che ti sbalestra, come la montagna che lo scrittore descrive. “Neve, cane, piede” di Claudio Morandini è un romanzo prezioso, sulla solitudine e sulla follia, ma anche sullo stile di scrittura che è una scalata imprenscindibile con la quale il lettore dovrà cimentarsi pagina dopo pagina per scoprirne il senso finale. Un finale che è vetta linguistica e introspezione che colpisce.

(Simone Innocenti, Il Mucchio Selvaggio, settembre 2016)

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