Non si sa chi le abbia portate eppure restano dentro queste pietre, si accumulano, esasperano, camminano con noi, come ombre mai oppresse dalla luce, come scorie di cui ormai non sappiamo liberarci. C’è il racconto, è suo il compito di provare questa titanica impresa. C’è una lingua che invece si fa plastica, capace di tracciare l’angoscia e il ridicolo, l’affanno e il grottesco. Ci sono i personaggi, tutti protagonisti di un mondo bizzarro che rotola via, una minaccia che solo l’agile follia di Buster Keaton o la penna felice di un autore, da ascrivere tra i più interessanti in Italia, possono almeno affrontare con apparente leggerezza e profonda dignità.

(Massimo Turtulici, Linee di fuga)

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