La forza nascosta di due strane coppie

Stimolati da Malvaldi, Morandini (Le Pietre) e Camenisch (La Cura) raccontano piccole grandi storie

Marco Malvaldi intreccia le storie e i loro autori, Le Pietre di Claudio Morandini e La Cura di Arno Camenisch, palesando il paradosso presente in entrambi i libri. «Da un lato ci sono le pietre. Ciò che dovrebbe stare fermo si muove e ciò che dovrebbe muoversi si muove ancora di più. Dall’altra due anziani che vincono una vacanza di lusso, lei è entusiasta di tutto, lui riottoso che ritorna continuamente al pensiero della morte».
Due mondi, quelli dei romanzi di Morandini e Camenisch, che si reggono sull’amore che lega le coppie protagoniste, i Saponara nelle “Pietre” e la coppia di anziani in vacanza nel libro dell’autore svizzero. Unioni che al lettore appaiono mal assortite pagina dopo pagina, e si dimostrano più forti di quello che le circonda. «Una amica terapista fa leggere il mio romanzo alle coppie in difficoltà – rivela Camenisch – questo è un libro sulla vita, l’amore e la morte». «Perché l’hai intitolato “La Cura”?» gli chiede Malvaldi. «Perché è così» la risposta dello svizzero.
Il giallista pisano del “BarLume” tesse la trama dei due romanzi giocando con l’uso fuori luogo della parola, che prende il posto del silenzio dando vita a situazioni irreali. Nel libro di Arno un bambino non parla per 16 anni, finché non chiede al padre il sale: «prima non c’era bisogno di chiedere niente, andava tutto bene». «Nel bar di mia zia, ricorda Camenisch, c’era silenzio tutto il giorno, gli avventori non parlavano, perché così come quando scrivi, hai una sola occasione per essere sincero».
«A volte anche le parole trite e i luoghi comuni possono rivelare qualcosa – spiega Morandini – i tempi morti in cui c’è qualcosa di nascosto dietro le parole inutili». Un po’ come la differenza tra un cittadino che parla del tempo per perdere tempo, o un montanaro che lo fa perché è importante e decisivo.

(Davide Dalai, La Gazzetta di Mantova, 8 settembre 2017)

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