Comincia a risultare trito il noir edificato attorno alla figura del poliziotto eterodosso (magari ubriacone o fregato dalla vita). Prendiamo atto dello stato di fatto messo in luce dalla distinzione operata da Massimo Carlotto (“Dalla crisi al conflitto”, in Il Manifesto, 25 maggio 2011) tra giallo di matrice ottocentesca (crimine individuale risolto da un detective con capacità di decifrazione di indizi) e noir contemporaneo (crimine sociale che opera in reti di illegalità spesso parallele o interallacciate al potere legale). Ci auguriamo però la scomparsa degli uniformati (perlomeno dai noir, che diamine). In questo senso salutiamo con entusiasmo la nuova la collana Inchiostro rosso della casa editrice Agenzia X, che sta proponendo dei noir antagonisti d’investigazione, col merito di fare a meno della figura — ormai stantia — del poliziotto e del detective (ubriaco, deluso, dogato, ma sempre birro). Auspicando la disseminazione contagiosa di un noir antagonista capace di innestare il saggio e la controinchiesta nel ceppo fruttifero del noir, segnaliamo intanto Il sangue del tiranno, romanzo di Claudio Morandini dalle tinte grottesche, spesso umoristiche, ambientato in una decadente università di provincia.
(Da “Il giallo, il rosso e il nero: tre recensioni” di Alberto Prunetti e Maria Rosaria Bucci. http://www.carmillaonline.com/2011/06/08/il-giallo-il-rosso-e-il-nero-tre-recensioni/)

 

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