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Per quanto si rintraccino nel testo echi letterari che fanno pensare a Landolfi, Celati e Savinio o addirittura al Satyricon… i rimandi sono solo lievi orme in un sentiero solcato da un passo forte, unico e pieno di suggestioni ed allegorie. L’inconfondibile passo di Claudio Morandini.
(Stefania Celesia, “Gazzetta Matin”)
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Avventure disperate quanto comiche. (“La Nuova Sardegna”)

Con Oreste Bellini, il 19 dicembre 2013, al Teatro Gatto di Trebisacce (CS). Foto di Francesco Delia
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A gran giornate è un’opera grottesca tirata giù con ingegno e con prodigiosa fantasia da uno scrittore dalle eccezionali abilità stilistiche. In A gran giornate ci sono personaggi vivi e scene bizzarre, anfratti di mistero e squarci di fantasia. (Francesco Sasso, “Retroguardia 2.0″)

Con Francesco Mundo e Flaviano Pisanelli, il 19 dicembre 2013, al Teatro Gatto di Trebisacce (CS). Foto di Nicodemo Misiti
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Morandini gioca ogni sorta di tiro ai suoi personaggi, compreso quello che dice io, compresi i lettori del suo libro, volta a volta trascinati in storie che rivelano sempre qualcosa di diverso da quello che sarebbe convenzionalmente prevedibile. (Giulio Cappa, TG della Valle d’Aosta)

Con gli altri giurati del concorso Labirinti di Parole, Festival LABirinti (Torino, 26 ottobre 2013). Foto di Mario Greco
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Altre opinioni nel blog “Iperboli, ellissi” (http://ombrelarve.blogspot.it).