Ma soprattutto Rapsodia su un solo tema è quello che dichiara di essere: un romanzo – cioè un racconto che intrattiene descrivendo il mondo e la vita come nessuna storia o cronaca è in grado di fare.
(Giulio Cappa, “Buongiorno Regione”)

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Non è possibile, se non a patto di dolorose omissioni, sintetizzare il contenuto di questo libro che lo stesso autore ha rivelato fatto di parti che si combinano come le bamboline in una matrioska; e che affida al lettore, con un sorriso, il compito di ricomporle, fino all’ultima, quando ormai divenuta una, non c’è voglia di riporla su di un qualsiasi scaffale e si è invece tentati di separarle nuovamente, magari alla ricerca… di un epilogo diverso.
(Norma Stramucci, “Recensioni Libri”)

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Il compositore russo  Rafail Dvoinikov, personaggio fittizio ma nello stesso tempo più che realistico nato come riflesso dal confluire delle vite di tanti grandi compositori del Novecento come Stravinsky e Shostakovich, vero e ingombrante protagonista di questo romanzo strutturato come un trattato di musicologia, figura quasi mitica e carismatica pur nel suo canto declinante di vecchio prossimo alla morte, incarna con la sua cupa risolutezza di prescelto, di sacerdote di un culto per adepti difficili da accontentare, di sopravvissuto, queste luci e queste ombre.
(Giulietta Iannone, “Liberi di scrivere”)

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Un romanzo-matrioska, in cui l’autore alterna, in un esercizio di stile, lettere appassionate a frizzanti dialoghi, pagine di diario a saggi, trascrizioni di pamphlet ad analisi di composizioni immaginarie, per raccontare di musicisti che parlano di altri musicisti che immaginano la vita di altri musicisti, i loro sentimenti e aspirazioni.
(Joëlle Cunéaz, “La Stampa” , 11 agosto 2010)

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E a ben guardare non è solo la musica a fare da sfondo a questo romanzo, c’è anche la storia del ventesimo secolo, c’è l’America del ventesimo secolo e c’è quella propensione alla rivoluzione  dell’uomo del Novecento  (dove per rivoluzione si intende anche rinascita del personale, risveglio dei desideri sopiti ma anche rifiuto, allontanamento da tutto quello che è “sistema”, stato e mercato globale in primis). Il tutto narrato con ironia e freschezza, come sempre.
(Bruno Fiorini, “Kaizenology”)

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In questo magnifico “romanzo di musica classica” si respira la Storia del secolo scorso attraverso la vita vissuta dei suoi musicisti.
(Anita Garrani, “Articolo 33″)

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La scrittura si anima, si trasforma e si completa in un girotondo di stili e forme: dalle lettere al saggio, dalle pagine di conversazioni e di diario alla trascrizione di un pamphlet settecentesco.
(Stefania Celesia, “Gazzetta Matin”)

 

Altre opinioni nel blog “Iperboli, ellissi” (http://ombrelarve.blogspot.it).

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